Bottiglia 2023 Confraternita di Valdobbiadene: la spunta Andreola

Ieri la cerimonia ufficiale di presentazione a San Pietro di Barbozza. Solo 5 mila pezzi, già in commercio

Confraternita di Valdobbiadene la Bottiglia 2023 è firmata da AndreolaLa Confraternita di Valdobbiadene ha presentato ieri la Bottiglia della Confraternita 2023. Un’etichetta di Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg Extra dry, millesimo 2022, che «funge da punto di riferimento della tipicità e della qualità d’annata, esprimendo nel contempo l’identità del territorio». La Bottiglia 2023, selezionata dai Confratelli enologi con una degustazione alla cieca, è quella prodotta da Mirco Balliana dell’Azienda agricola Andreola. Solo 5 mila i pezzi, già in commercio. «Per me è un onore rappresentare la Confraternita di Valdobbiadene con il mio vino – ha dichiarato – che di fatto ne diventa per un anno ambasciatore ufficiale. Questa bottiglia racchiude complessità aromatica e presenta una bolla fine, croccante, dal finale sapido, ascrivibile alle uve provenienti da diverse zone di Valdobbiadene».

All’evento, andato in scena a San Pietro di Barbozza (Treviso), hanno preso parte il Gran Maestro Enrico Bortolomiol e una nutrita rappresentanza di Confratelli, tutti paludati nel tradizionale mantello scarlatto, oltre alla presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Elvira Bortolomiol, alla vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, e ad alcuni amministratori locali.

È una storia antica quella della Confraternita di Valdobbiadene, la prima d’Italia non a carattere religioso, nata nel 1946 su impulso di quattro lungimiranti enologi: Giuliano Bortolomiol, Umberto Bortolotti, Doretto Brunoro e Mario Geronazzo. La Bottiglia della Confraternita è uno degli strumenti della Confraternita per la promozione della denominazione veneta nei confronti del consumatore. «Un punto di riferimento per la conoscenza del Valdobbiadene Docg – spiegano i Confratelli – oltre che dei valori e della cultura di un territorio che, a ragione e con orgoglio, veste il blasone dell’Unesco».

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